WhatsApp Social:        

Il Blog, le Notizie e i Videotutorial di Vi.Vi.Med Srl



IL PROCESSO DI STERILIZZAZIONE

  

METODI E PROCEDURE PER OTTENERE LA STERILITÀ 

   

   

L’ottenimento della sterilità di un dato oggetto avviene grazie alla realizzazione di un processo che consta di diverse fasi, ognuna importante al pari delle altre; il solo utilizzo di una sterilizzatrice non può infatti garantire il successo della procedura, a meno che il materiale trattato non sia stato correttamente decontaminato e sanificato in precedenza.

Con questo articolo esploreremo questo processo dal punto di vista dello studio medico, dello studio odontoiatrico, del laboratorio e nell’ambito dell’estetica, identificando le varie fasi che precedono il trattamento di sterilizzazione. A seguire faremo una panoramica più ampia sulle sterilizzatrici e sui vari metodi di sterilizzazione.

  

  

ANALIZZIAMO LE DIVERSE FASI:

   

FASE 1: DECONTAMINAZIONE

  

Consiste in un insieme di procedure atte a ridurre drasticamente la carica batterica e virale presente su una superficie. La si può ottenere con mezzi chimici (tramite l’ausilio di disinfettanti), o con mezzi fisici (calore, raggi UV, raggi Gamma, microonde).

  

FASE 2: SANIFICAZIONE

   

La sanificazione si ottiene tramite il LAVAGGIO.

Lo scopo della procedura è quello di eliminare lo sporco (inteso come materiale indesiderabile) che si è accumulato su un oggetto o su una superficie.

 

Il lavaggio può essere manuale oppure automatizzato.

 

  • MANUALE:

 

  1. Lavaggio per immersione: Il materiale da trattare viene lasciato in immersione in una soluzione detergente e decontaminante. Quindi si procede alla rimozione meccanica dello sporco (anche con l’ausilio di appositi strumenti come una spazzolina) e si termina sciacquando.

 

  1. Pulizia tramite strofinamento: non tutti gli strumenti possono essere lasciati in immersione. Per fare un esempio basti pensare alla strumentazione rotante che viene usata negli studi odontoiatrici: contrangoli, turbine e manipoli devono essere puliti usando una salvietta disinfettante oppure un panno su cui sia stato spruzzato del detergente e, in caso di necessità, possono essere lavati sotto acqua tiepida corrente.

            Se vuoi maggiori informazioni consulta l’articolo dedicato alla manutenzione della strumentazione rotante.

 

Molto importante: al termine del lavaggio è necessario procedere sempre ad una accurata asciugatura.

 

  • AUTOMATIZZATO:

 

Si realizza grazie all’ausilio di una macchina. I vantaggi di questo sistema sono rappresentati dalla razionalizzazione dei tempi, dei detergenti e anche dall’efficacia pulente. È molto importante verificare le indicazioni dl produttore in merito a questa tipologia di lavaggio: ogni materiale deve essere trattato con uno specifico ciclo e non tutti gli strumenti sono idonei a subire questo processo.

 

  1. Lavaggio in vasca ad ultrasuoni: La cavitazione ultrasonora consente di rimuovere tutti i residui particolarmente resistenti (ad esempio gessi e cementi) e di detergere in profondità anche le superfici difficilmente raggiungibili con gli altri metodi, sia all’interno che all’esterno degli strumenti. Al termine del trattamento è comunque necessario procedere ad una accurata asciugatura.

Molto importante: è essenziale non inserire nella vasca materiali con leghe diverse tra loro.

 

  1. Lavaggio con termodisinfettore: consente di disinfettare gli strumenti a caldo e ottimizza in un unico ciclo tutte le procedure propedeutiche alla sterilizzazione: prelavaggio, lavaggio, termodisinfezione, risciacquo e asciugatura.

L’automatizzazione del processo permette di diminuire i rischi per l’operatore, garantendo un risultato eccellente e in tempi nettamente ridotti rispetto al lavaggio manuale.

  

FASE 3: CONFEZIONAMENTO

 

L’imbustamento del materiale da processare è necessario per conservare la sua sterilità fino al momento dell’utilizzo. È importante procedere al confezionamento prima di passare alla sterilizzazione, cosicché a processo ultimato non sia più possibile contaminare quanto già sterilizzato. L’unico caso in cui non si rende necessario l’imbustamento è nell’evenienza che la strumentazione venga utilizzata nell’immediato.

 

FASE 4: STERILIZZAZIONE

 

La sterilità è il risultato finale che si ottiene mediante la messa in atto di procedure di tipo chimico e fisico, seguendo un metodo standardizzabile, ripetibile e documentabile e che ha come obiettivo la distruzione di ogni organismo vivente (patogeno o meno) che si presenti in forma vegetativa o sporicida.

 

Facciamo una panoramica esplorando tutti sistemi di sterilizzazione:

 

  

 

PER IRRAGGIAMENTO:

  

  • Raggi ultravioletti: questo processo sfrutta la sensibilità dei microrganismi alla bassa lunghezza d’onda delle radiazioni ultraviolette. Le sue principali applicazioni sono la sterilizzazione dei piani di lavoro nei laboratori di ricerca, la conservazione degli alimenti e la purificazione dell’aria o dell’acqua.

 

  • Infrarossi: i raggi infrarossi vengono assorbiti dal prodotto, nel quale generano un innalzamento della temperatura a una profondità limitata e proporzionale alla lunghezza d’onda. L’onda elettromagnetica è solitamente generata da un magnetron. Questa tecnica di sterilizzazione trova impiego prevalentemente nell’industria alimentare.

 

 A GAS:

  

  • Con Ossido di Etilene: l’ossido di etilene è un agente alchilante che danneggia il DNA dei microrganismi, impedendone la riproduzione. Essendo efficace a basse temperature, questo metodo è indicato per la sterilizzazione di materiali sensibili al vapore acqueo e al calore, come certi dispositivi assemblati, cateteri, stent, alcune apparecchiature elettroniche, cerotti e garze per la medicazione di ferite, ecc.

  

  • al Plasma: questo metodo si avvale dell’uso del perossido di idrogeno (componente attivo del perossido di idrogeno), che viene eccitato grazie ad un campo elettromagnetico affinché si formino dei radicali liberi di ossigeno dall’alto potere sterilizzante. Questo processo viene eseguito a bassa temperatura (45°-55°) ed è quindi indicato per i materiali termosensibili, come la plastica, nonché per alcuni dispositivi ottici, come ad esempio i fibroscopi. È invece inadatto a qualunque materiale possa assorbire il perossido di idrogeno (cotone carta, teleria, liquidi e polveri).

  

  • Con Formaldeide: l’azione battericida di questo agente è identica a quella dell’ossido di etilene. La formaldeide offre però alcuni vantaggi rispetto all’ossido di etilene perché non genera residui tossici e non comporta alcun rischio di esplosione.

  

A CALDO:

   

  • Calore Secco: la sterilizzazione viene effettuata utilizzando aria calda e secca a pressione ambiente. La temperatura dell’aria viene aumentata grazie ad un apposito forno ermetico. Questo metodo è meno utilizzato perché col calore secco i batteri possono entrare in sporulazione. Inoltre, a causa delle alte temperature che è necessario raggiungere (180°C per 30 minuti o 160°C per due ore), il processo di sterilizzazione a calore secco rischia di danneggiare il materiale da sterilizzare.

  

  • Calore umido (vapore): questa tipologia di sterilizzazione avviene all’interno di una camera chiusa ermeticamente, nella quale viene iniettato vapore acqueo sotto pressione. La sterilizzatrice a vapore è comunemente denominata autoclave. Si tratta del metodo più comunemente utilizzato per sterilizzare i dispositivi medici resistenti al calore. È un metodo affidabile, economico e non inquinante.

   

Nel prossimo articolo esploreremo in maggior dettaglio il ruolo dell'autoclave nel processo di sterilizzazione, se sei interessato visita la pagina del blog dedicata a questo argomento.

  


Vi.Vi.Med Srl
Vi.Vi.Med è un centro di assistenza per apparecchiature dentali: turbine dentali, contrangoli e manipoli odontoiatrici, punte e ablatori, motori da studio e da laboratorio, unità da endodonzia ed implantologia, rilevatori apicali, forni per ceramica ...continua

Privacy Policy
Cookie Policy

Credits